La Riconciliazione non è un'utopia
se volontà e determinazione sono all’origine dell'intenzione!
In un tempo impregnato dalle dottrine sordidi e meschini, mirando la divisione dei popoli, culture e appartenenze, segnata da un aumento spaventoso di ogni forma di estremismo, provocando una rottura fatale con i valori e diritti fondamentali dell’umanità, il termine Riconciliazione assume un ruolo predominante nel ristabilire l'equilibrio della nostra società.
Costruire ponti tra popoli e culture, abolire i cliché che suscitano ostilità e conflitti, trasformare l'indifferenza in ambizione e l'egoismo in condivisione, l'incertezza in determinazione e la rassegnazione in motivazione, impegnare attraverso azioni specifiche a scala internazionale dei processi di riconciliazione e di concordia, consentendo un avvicinamento dei punti di vista antagonista ed una coesistenza rispettosa e pacifica tra generazioni, popoli, culture ed appartenenze, promuovere la responsabilità di ogni individuo ed il meglio vivere insieme, tale è la missione ambiziosa dell'International Organisation for Amity and Reconciliation of Nations.
La famosa frase del Presidente dell'IOFARN, il Barone Kleiner de Grasse, "Costruiamo in nome del comune, non distruggiamo in nome della differenza" è il leitmotiv che si trova alla base delle azioni, campagne e progetti dell’IOFARN.
Se la differenza non è più percepita sotto un angolo di ostilità e di timore, ma concepita come una ricchezza ed un contrasto colorato dell'umanità; se l'ignoto non porta più l'etichetta dell'avversità; se ogni cittadino acquista la convinzione che il suo ruolo costruttivo e il suo coinvolgimento nel meccanismo della società sono indispensabili; se un qualsiasi ricorso alla violenza o il terrore sono semplicemente un cammino da abrogare vigorosamente, allora l'umanità ritroverà il suo equilibrio ed una visione per il suo avvenire.
Il fatalismo è solamente una forma triviale di codardia e di sottrazione ad ogni responsabilità. Sradichiamo i pregiudizi e rovesciamo le barriere che ci separano e dividono, perché l'avvenire dell'umanità può essere costruito solamente su dei processi di concordia e di pace. Dobbiamo essere consapevoli del nostro impegno e responsabilità verso la generazione di domani, non abbiamo il diritto di lasciare in eredità ai nostri figli un cimitero dei valori umani.